Il massimo del sapore non lo gustiamo mai nelle parole rare o in quelle del costume - le parole che non hanno precisa cittadinanza, le parole che Machiavelli accusava di lenocinio - ma nelle pure e originarie - nel reale - quando siano sospinte dalla forza vitale come da una matrice e sboccino nella chiarezza dello spirito come fiori. Parole-corolle, scandite dalle loro vocali e consonanti come da petali e nervature. «O mein Herz, wird untrügbarer Kristall / in dem das Licht sich prüfet…». Oppure: «Tearful city / whose stars / of matchless splendor / and in brightedged / clouds…»”. Cristina Campo

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DUE SOLDI narra la storia di una giovane ragazza, Nuccia, che dalle campagne va a servizio presso signori di città, e ne traccia il percorso di formazione nel contesto dei rapporti di potere tra chi è padrone e chi invece possiede solo la forza lavoro delle proprie braccia. Si inquadra nel periodo di fine Ottocento, e ha come sfondo un riconoscibilissimo ambiente urbano faentino, nonché le campagne e colline dei dintorni. Il tema delle disuguaglianze e l'urgenza dell'equità sociale sono al centro del romanzo e si intrecciano con le domande di fondo che impattano la condizione umana, la sua fragilità e precarietà, ma anche la paradossale brillantezza dell'immanenza. Peculiarità del romanzo è il linguaggio narrativo, basato sull'oralità tratta dal parlare diretto della gente di Romagna, ricco di idiomi lessicali, vocaboli, espressioni di derivazione dialettale, fole, tradizioni che si tramandano e che diventano visione del mondo.

Ida Sangiorgi (1889 Faenza - 1971 Cesena) svolge attività di insegnante elementare nelle campagne faentine e di decoratrice nelle manifatture ceramiche fino al 1925 anno in cui si trasferisce a Cesena. Dissenziente dal regime fascista, militante nel Partito Comunista, nell'immediato dopoguerra è la prima donna che entra a far parte del Consiglio Comunale con le elezioni amministrative del 1946, incarico che assolve fino al 1960, contestualmente ad una intensa attività all'interno dell'UDI a favore della condizione femminile. E' stata al centro di relazioni di amicizia e scambio intellettuale con Marino Moretti, Giovanna Zangrandi, Maurizio Korach, Giovanni Cattani, Giannetto Malmerendi e Gaetano Ballardini. Sul piano letterario il suo nome è legato al romanzo La Palmina, edito da Mondadori nella collana “La Medusa degli Italiani”, con il quale partecipa nel 1955 alla XXV edizione del Premio Viareggio. Cruciale, nella formazione artistico-letteraria della scrittrice, la partecipazione al fermento intellettuale proprio del milieu artistico faentino dei primi del Novecento contrassegnato in ambito figurativo dalle proposte di Domenico Baccarini e del suo cenacolo, attraverso l'attività che Sangiorgi svolge presso la Scuola di Ceramica del Museo Internazionale e la manifattura ceramica diretta da Pietro Melandri. Lei stessa ebbe a dire che era approdata alle lettere dalla pittura. Percorso peculiare e complesso, proprio di una scrittrice che ha espresso capacità di stile e visione del mondo di straordinaria complessità.


“quattro braccia di cordella/
da donare a mia sorella”